“Alcuni di noi” Mostra di Raoul Iacometti a Garbagnate dal 18 Febbraio

Dal 18 al Febbraio al 4 Marzo nella Chiesa di S. Giovanni Battista, Quartiere Quadrifoglio via Fametta 3 a Garbagnate, sarà esposta la mostra di Raoul Iacometti “Alcuni di noi”. La mostra è un progetto fotografico  che esplora l’universo di chi si dedica meravigliosamente agli atri attraverso il volontariato. L’inaugurazione della mostra si terrà il giorno Domenica 18 Febbraio nella Chiesa di S. Giovanni Battista alle ore 11.30

La mostra è inserita nell’ambito del “Festival della Fede 2018”, un ricco e articolato programma di conferenze, spettacoli, mostre, tavole rotonde, incontri che animeranno la città di Garbagnate dal 22 al 25 Febbraio 2018.

Raoul Iacometti svolge l’attività di fotografo free-lance alternando la ricerca personale al lavoro commerciale nei più diversi settori: reportage di documento e socio-umanitario, fotografia industriale, di eventi e di ritratto. Ha ricevuto molti riconoscimenti nei più importanti contest nazionali ed internazionali.

Dal 2015 segue un progetto di reportage socio-umanitario legato alle malattie degenerative, collaborando con importanti associazioni come UILDM, UNITALSI e il Centro clinico Nemo, all’interno dell’Ospedale di Niguarda, Milano.

È autore del progetto “Green Attitude” (www.green-attitude.it, FB: Green Attitude) dal 2012 è ancora work in progress.

È ideatore/autore di “Fotografie e altre storie…” e “Blue Alchemy” format teatrali che fondono tramite la fotografia arti come la scrittura, la musica e la danza, in collaborazione con Carlo Negri, scrittore e autore di testi televisivi e teatrali (tra gli altri Zelig e gli spettacoli di Giuseppe Giacobazzi) e Martino Vercesi, chitarrista jazz/blues e compositore.

Fra i suoi lavori più significativi sono anche da ricordare “Botteghe:  filiera agroalimentare dal produttore al consumatore” (2008), “Obiettivo Lampedusa”, un reportage inserito nell’omonima pubblicazione.

Tiene corsi base e avanzati di fotografia e workshop fotografici in tutto il territorio su diverse tematiche. Molteplici sono le collaborazioni con Aziende, Associazioni, Comuni, Istituti Scolastici e Università. Sue fotografie fanno parte di importanti collezioni private.

Nel maggio 2015 riceve l’onorificenza di “Autore dell’Anno 2015” dalla Federazione Italiana delle Associazioni Fotografiche.

 

 

Raoul di se dice:

Sono nato troppo distante dal mare. Troppo. Talvolta ho perfino pensato che sia stato un dispetto. Se fossi nato accanto alle sue onde, al suo rumoreggiare sordo o al suo silenzio profondo, sarebbe stata tutta un’altra cosa. Penso che anche questa breve biografia avrebbe preso una piega diversa. Invece no – sembra una battuta banale – ma tutto ha remato contro, fin dall’inizio.

A Milano – l’anno poco importa, meglio dimenticarsene – il primo vagito, una sorta di recipiente d’acqua che ribolliva. La salute incespica e il medico di turno consiglia a mamma e papà salsedine e iodio. Ecco, io dico, se fossi nato direttamente su una spiaggia i miei piccoli polmoni non avrebbero fatto tanto disperare. Va be’, ma non esiste nulla di perfetto. Nulla che mi sia dato a sapere, ovviamente.

Comunque, nel corso degli anni ogni occasione è stata buona per fuggire dalla città, alla ricerca di un piccolo spazio salmastro, una spiaggia deserta dove riconciliarsi con sé stessi o semplicemente per ascoltare le onde, annusare l’aria che le muove. Nei miei ricordi di bambino c’è anche un piccolo porticciolo di pescatori dove mi rifugiavo a leggere e dove non tossivo più. Però, nonostante noi lo si desideri fortemente e in seguito ci si opponga in maniera ancora più decisa, si diventa grand, con annessi e connessi, si studia per un mestiere che probabilmente mai si andrà a fare, si inizia a viaggiare e si conoscono storie e persone. Direi che se ci si impegna un po’ e ci si lascia alle spalle la diffidenza, di sicuro si conoscono prima le persone e poi le loro storie, cronologicamente e umanamente meglio 🙂

Così mi sono ritrovato con una reflex al collo, prima per piacere e poi per necessità. La porto all’occhio cercando di fare del mio meglio, con rispetto, sintesi, non molta tecnica e lasciando all’istinto la parte più importante.

E intanto il mare è sempre lì, immenso, calmo, trasparente, spumeggiante, piatto, in burrasca, muto, scuro, sconfinato e meraviglioso. Adesso lo vedo spesso e quando non riesco a vederlo lo sento muoversi dentro. Soprattutto mi sono convinto finalmente che essere nato distante non sia stato un dispetto, ma una logica opportunità di avere una biografia diversa.

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